"Sesso e violenza, l’oscuro cinema giapponese anni ’60-’70"
Disturbante, spiazzante, nichilista. Anche nel Dopoguerra nipponico si è sviluppato un mondo cinematografico non convenzionale. I suoi esponenti di spicco hanno filmato il disagio di una generazione senza riferimenti, ancora dilaniata dai postumi del conflitto. E nel pieno di una crisi di valori e identità.
Un lungo viaggio tra le pellicole più graffianti.
Oggi comincia la trilogia di JOSHUU SASORI: Shun'ya ItÅ, 1972-73 con la proiezione di
"Female Prisoner #701: Scorpion (Joshuu 701-gÅ)" del 1972
tratto dall'omonimo manga di Tooru Shinohara. Primo film della serie Sasori, composta da altri nove lungometraggi, è considerato uno dei più celebri film appartenenti al genere Pinky Violence. Lanciò nel novero delle star del genere l'attrice Meiko Kaji e rivelò il talento del regista Shunya Ito, alla sua opera prima
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tutte le proiezioni partono intorno alle 21.30
ingresso riservato ai soci Arci